Anche a Vicenza No Tav

Comune, Provincia, Confindustria, Confartigianato e Confcommercio hanno promosso e presentato lo scorso anno uno studio di fattibilità che vorrebbe portare la costruzione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità nella città di Vicenza.

Nei piani di RFI La linea AV-AC (alta velocità per passeggeri-alta capacità per merci) doveva bypassare Vicenza a sud dei Berici senza alcuna fermata in città, invece la cricca politico-imprenditoriale vicentina si ostina da anni a volere una stazione in città e per questo ha presentato questo progetto sostenuto ovviamente anche dal sindaco Variati. Il progetto in questione prevede la costruzione ex novo di una stazione ferroviaria in zona Fiera, da qui il Treno ad Alta Velocità dovrebbe scendere e proseguire in una galleria lunga 8 km risalendo in superficie nei pressi di Settecà, una galleria che attraverserà tutta la città in direzione ovest-est. Inoltre si prevede un parziale interramento degli attuali binari nella zona dei Ferrovieri.

Il tutto per la modica cifra di 700 milioni, questo è il costo stimato. Soldi che andranno in mano a lobby del cemento che riusciranno a far lievitare brutalmente i costi. Questo è già successo per le costruzioni di altre linee AV nel nostro paese, due esempi: la linea Bologna-Firenze è costata 6,5 volte in più rispetto al preventivo iniziale, la Torino-Milano 4 volte in più.

Sappiamo bene che oggi questo è solo un progetto campato in aria, ma tante volte questi progetti possono prendere forma nella maniera più subdola. Solo il fatto che amministratori e imprenditori si sono messi insieme per lanciare e volere questo progetto ci fa capire che c’è una reale intenzione a sperperare denaro per opere inutili e dannose per il territorio. Il tunnel di 8 km, che prevede l’interramento dell’attuale linea, creerà sicuramente un impatto devastante in città. Cantieri che andrebbero a costruire un’opera inutile per la stragrande maggioranza dei cittadini che non potranno permettersi un biglietto per l’Alta Velocità che sarà riservata ai soliti ricchi.

Il Partito di Alternativa Comunista respinge questo progetto che prevede la costruzione di una ferrovia riservata a un’ élite quando ci sono ogni giorno treni regionali soppressi, passaggi a livello guasti, stazioni prive di biglietterie, treni sporchi e sovraffollati. E’ necessario rilanciare il trasporto pubblico locale e potenziare la rete ferroviaria regionale che utilizzano ogni giorno migliaia di studenti e lavoratori pendolari. Proprio gli studenti e i lavoratori sono i primi ad essere vessati dallo sperpero di denaro pubblico funzionale alla costruzione del TAV, ogni anno devono far fronte al continuo aumento di biglietti e abbonamenti: oggi un biglietto Vicenza-Padova costa “solo” 3,55 € contro 2,90 € del 2010, a breve ci aspetta l’ennesimo rincaro. Ma la lotta al TAV non dev’essere circoscritta ad una questione meramente locale. Il TAV è un problema di tutta la società. È un problema in Valsusa perché deturperebbe un territorio per realizzare un’opera inutile e dannosa per tutto e tutti, se non per gli interessi finanziari ed industriali nascosti dietro la retorica del progresso. Il TAV è un problema in tutto il Paese perché ha sfigurato territori e imposto un monopolio del treno ad alta velocità che obbliga praticamente chiunque a viaggiare in Freccia Rossa poiché sulle tratte dove il TAV è presente non esistono alternative umanamente praticabili, fra treni in condizioni di manutenzione pietose ed a passo di lumaca. È questo, quindi, un monopolio che determina un innalzamento dei prezzi e la cancellazione di molti treni “normali” che potrebbero essere accessibili a tutti/e. Ma si badi bene: non si può imputare il Tav ad una semplice mala gestione del territorio o alle malefiche lobby. La colpa è del sistema economico! Non esiste né potrà mai esistere domani un capitalismo «buono» distinto da quello «cattivo» di oggi che distrugge l’ambiente. Da marxisti non siamo contro il progresso, ma deve essere chiaro che il Tav non è un progresso per la società, ma solo una maggiore fonte di profitto per gli sfruttatori. Sono altre le opere che servono al progresso. Confindustria, Variati &co. non la pensano così. E allora noi riprendiamo il motto dei valsusini: per tutti questi signori “a sara düra”. No al Tav: né a Vicenza, né in Valsusa né altrove ! No alle grandi opere funzionali solo agli interessi di pochi investitori plurimiliardari!

 

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