Per un’Aim sotto controllo di lavoratori e utenti

Il sindaco Variati e l’amministratore unico Aim Colla hanno affermato che “Aim può navigare nel libero mercato portando beneficio e ricchezza alla città”. Questo significa mettere in discussione la gestione pubblica diretta di acqua, gas, energia, igiene ambientale, trasporti; saranno le gare d’appalto a decidere quali società, a quali costi e a quale qualità saranno erogati i servizi alle famiglie. Questo attacco si collega alla trattativa su Aim Trasporti con un accordo che ha portato al taglio degli stipendi degli autisti, cosa comunque che non ha evitato l’appalto delle corse serali Aim ad un privato. I risultati di questa operazione saranno quelli di elargire enormi profitti ai privati e al contempo mettere a rischio centinaia di posti di lavoro e, inoltre, ad averne un danno saranno la qualità dei servizi e il prezzo delle tariffe che aumenterà ulteriormente.

La giunta Variati e l’amministratore Colla stanno dimostrando ancora una volta (come successe con il referendum contro la base militare) che i referendum sono buoni solo a tutelare la pace sociale e ad abbassare il conflitto, e, quando non c’è conflitto sociale, il risultato delle urne può essere tranquillamente stracciato. Basti ricordare che il referendum “vittorioso” del giugno 2011 sui servizi pubblici (in particolare l’acqua) è stato sconfessato da amministrazioni e governi regionali oltre che essere occultato negli ultimi decreti sulle liberalizzazioni del governo Monti. Infatti ancora oggi la percentuale in bolletta per i profitti garantiti, ovvero la speculazione sull’acqua e il servizio idrico, non è stata abolita; anzi, la tariffa, ricalcolata dall’Autorità per l’Energia, ha semplicemente nascosto sotto un’altra definizione quello stesso meccanismo.

Come dimostra questa esperienza, i risultati referendari per essere vincenti e duraturi devono essere accompagnati da una mobilitazione che non si placa con le promesse. Affinché i referendum vincenti siano rispettati, i lavoratori devono riempire le piazze e costringere le organizzazioni sindacali complici della privatizzazione a recedere dalle loro posizioni liberiste. Proprio nella vicenda Aim è grande la responsabilità dei sindacati: la Cgil locale in questa circostanza ha acconsentito, con Cisl e Uil, l’ingresso nel libero mercato incassando persino i complimenti e il plauso dell’azienda. Il 24 aprile scorso, però, gli stessi lavoratori di Aim, riuniti in assemblea, hanno respinto l’accordo siglato dalle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl, Uil con l’Amministrazione comunale di Vicenza! È questa la strada giusta: devono essere i lavoratori a riprendersi la parola!

Nella vicenda Aim è inutile chiedere a chi rappresenta i poteri forti di questa città di fare gli interessi dei lavoratori, degli utenti e delle famiglie.

La società per essere rilanciata va messa sotto il controllo serrato di lavoratori e utenti. Questi sono gli unici che sono in grado di comprendere direttamente sul campo quali sono le falle di un’azienda che lavora in molteplici settori in cui i dirigenti, nella maggior parte dei casi, sono tutt’altro che competenti.

È necessario organizzarsi affinché sia portato all’ordine del giorno la necessità che a Vicenza, come nel resto del Paese, sia organizzata una mobilitazione generale che respinga le privatizzazioni, l’attacchi ai salari e ai diritti, una mobilitazione che respinga i contratti di solidarietà, la mobilità, la cassa integrazione. Una lotta che veda uniti i lavoratori di Aim e di tutti gli altri settori colpiti da tagli e privatizzazioni, le loro famiglie, gli utenti dei servizi, gli attivisti che generosamente si sono impegnati nella raccolta di firme per il referendum e che hanno visto il loro generoso impegno sconfessato anche dai politici che hanno usato tale battaglia solo per la loro propaganda.

 

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