Sicurezza è giustizia sociale

Il sindaco uscente Achille Variati, del Partito Democratico, diceva di non voler essere chiamato sindaco-sceriffo, ma nei fatti lui e il suo assessore alla sicurezza Dalla Pozza, sono riusciti a portare avanti operazioni da sceriffo come nemmeno la Lega è mai riuscita. Con alcune ordinanze e le relative multe, con la continua installazione di telecamere e con i continui blitz da parte della polizia (locale e di stato) si è svelata la vera indole di questa amministrazione: chi è povero o è scappato da altri Paesi a causa di guerra e fame è considerato un ospite sgradito, da punire e da emarginare.

Già nel 2008, dopo la multa applicata ad un cittadino sdraiato a Campo Marzio, Variati emanò un’ordinanza di modifica del vecchio regolamento scritto dalla giunta di destra. Ma la sostanza cambiò di poco: nel nuovo provvedimento diventa possibile stendersi sul prato ma si vieta il “bivacco” pena una sanzione da 25 a 500 euro, ossia si vieta l’“utilizzo dello spazio quale luogo di propria dimora, anche occasionale”. A differenza della precedente ordinanza, il concetto viene dunque specificato e, anzi, corroborato non solo dal divieto di sdraiarsi sulle panchine, ma anche di “sedersi in modo disordinato o improprio….”.

Ma non si fermano qui le ordinanze “leghiste” emanate dal centro sinistra: contestiamo duramente quella contro i mendicanti cosiddetti “molesti” che vieta l’elemosina in centro storico e davanti alcuni luoghi come ospedale e la chiesa di Monte Berico, come per dire che l’elemosina si può fare ma basta che non avvenga in pieno centro e sotto gli occhi di tutti. Un ordinanza dall’evidente segno classista. In questo modo l’Amministrazione Variati vuole nascondere un reale problema di disagio sociale che esiste a Vicenza.

Il PdAC è certo che se la stragrande maggioranza di queste persone avessero una casa e un lavoro non passerebbero la loro vita ad elemosinare qualche centesimo. La crisi economica sta portando ad un aumento di queste situazioni. Molti immigrati, che per la maggior parte sono lavoratori salariati, non possono tornare al loro Paese e, non avendo a Vicenza una famiglia alle spalle che li possa aiutare nel momento del licenziamento o dello sfratto, sono costretti a vivere di espedienti. L’Amministrazione Variati, anziché potenziare i servizi, si è più volte vantata delle centinaia di multe inflitte (moltissime delle quali non verranno mai pagate per impossibilità economiche, rendendo il tutto una farsa mediatica) e insiste ad accanirsi contro i poveri e i senzatetto con smisurate operazioni di polizia come quella avvenuta ai primi di febbraio 2013: 13 agenti di Polizia Locale e 14 della Questura hanno circondato la zona dell’ospedale per multare 4 parcheggiatori abusivi (sequestrando 66,46€) e 4 mendicanti ai quali sono stati sequestrati 4,01 €. Il tutto col plauso dell’assessore Dalla Pozza, fiero del raddoppio delle sanzioni per prostituzione, accattonaggio e bivacco rispetto all’anno precedente. Ad aprile è stata dedica un’altra giornata di lotta ai poveri, si badi bene che non è “lotta alla povertà” ma una vera e propria lotta conto i poveri, con ben 22 sanzioni in un giorno solo che vengono annunciate con un trionfante comunicato stampa sul sito del comune.

Queste politiche repressive si legano alla spesa di 350 mila € per l’installazione di decine di telecamere in tutta la città: sembra una ricetta degna di ricevere la stelletta al merito per miglior giunta-sceriffo degli ultimi vent’anni a Vicenza.

Rispetto alle 13 telecamere del 2008, ora siamo a quota 58. Senza contare altre 20 telecamere installate intorno alla Basilica e più in generale in centro storico, quest’ultime sono state collocate grazie a 100 mila € donati da una fondazione privata. In tutto sono un’ottantina gli occhi elettronici orientabili a 360°, tutti controllati in diretta dal comando dei vigili o dalla questura. Ma non ci si può certo fermare qui, la giunta sta lavorando ad ulteriori installazioni e, come dice Dalla Pozza, si vuole fare “diventare Vicenza una delle città guida dal punto di vista della videosorveglianza e della sicurezza”.

Possiamo immaginare che questi investimenti prefigurino una dismissione dei servizi di polizia locale per affidarsi sempre meno alla presenza sul territorio e sempre più sul controllo a distanza. Questo chiaramente in un ottica di tagli generalizzati e di licenziamenti anche in questo settore.

Non è questa la sicurezza di cui c’è bisogno, una sicurezza che in ogni caso non può essere garantita da blitz o telecamere. Questa è solo propaganda per accaparrarsi i consensi dei cittadini che vedono – erroneamente – nel mendicante una sorta di capro espiatorio, quando invece quelle situazioni sono frutto di problemi macroscopici come la disoccupazione e il precariato creati dalla società capitalista che impone lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Noi vogliamo investire quei fondi in tutt’altro perché la vera sicurezza si ottiene con l’integrazione, mettendo in campo servizi sociali e mediatori culturali. La vera sicurezza non si ottiene con la repressione a colpi di multe ma con la lotta alla fame, alla miseria e con la giustizia sociale. A differenza dei programmi portati avanti dalle destre prima e dalla giunta Variati oggi, noi ci schieriamo dalla parte dei più deboli.

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