Violenza sulle donne, una piaga della società capitalista

Sì ai centri antiviolenza ma al contempo bisogna lottare per abbattere il capitalismo che è un sistema dalla natura violenta.

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In tutto il mondo la violenza sulle donne è diventata una pratica quotidiana, un vero standard di condotta che provoca casi sempre più terribili, con donne che sono brutalmente aggredite in strada, violentate sugli autobus, brutalizzate nelle proprie case. Le donne sono aggredite, stuprate e uccise in tutti gli angoli della terra. Si tratta in maggior parte di donne giovani, lavoratrici e povere, comprese bambine. È sufficiente che una donna si ribelli a suo marito, o al compagno, per diventare facile bersaglio di aggressione. Per futili motivi si verificano pestaggi quotidiani, le donne sono incatenate, bruciate con la benzina, assassinate. La tortura psicologica e i maltrattamenti dissimulati e costanti, si trasformano in aggressioni fisiche e morte. Le donne lavoratrici e quelle povere, soprattutto nei paesi coloniali e semi-coloniali, sono le principali vittime.

Ma i paesi ricchi non ne sono immuni. Questo è il ritratto della società del capitalismo, in cui le poche conquiste che le donne hanno conseguito negli ultimi decenni di lotta per l’emancipazione, stanno sprofondando in un abisso.

Quest’epoca è segnata da questo tipo di delitto, che si va diffondendo, generando per le donne una società della paura, della violenza e dell’oscurità.

È il risultato del potere dell’uomo sulla donna; è il frutto dello sfruttamento di milioni di lavoratori, che lascia i poveri e la classe operaia alla mercé di condizioni di vita ignobili, in case indegne, senza assistenza sanitaria, senza prospettive future per milioni di bambini e giovani di ogni nazionalità. Quello che aumenta non è l’emancipazione, ma il contrario, l’oppressione, l’oblio, la morte.

Le ideologie borghesi più arretrate guadagnano sempre più spazio nei mezzi di comunicazione. La stessa giornata dell’8 marzo, che dovrebbe essere una giornata emancipatrice e di lotta per le donne, è diventata spesso una farsa commerciale, che ruota intorno ad inviti a cena e regali inutili.

Avanzano, sempre più, il concetto di donna come oggetto sessuale, di proprietà dell’uomo.

Il Partito di Alternativa Comunista appoggia tutte le strutture, come i Centri AntiViolenza, che aiutano le vittime di questa barbarie. Siamo, altresì convinti che la violenza sulle donne sia uno degli aspetti della violenza di cui è impregnata la società capitalista, basata sullo sfruttamento, sul razzismo, sulla divisione del mondo fra nord e sud, ricchi e poveri. Per questo pensiamo che la violenza sulle donne, come il razzismo e altre piaghe della nostra società, potrà finire definitivamente solo con l’abbattimento del capitalismo.

Raffaello Giampiccolo

Candidato Sindaco per il Partito di Alternativa Comunista (Lit-Ci)

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