Il Partito di Alternativa Comunista non ha la pretesa di essere, già oggi, quel partito rivoluzionario che serve urgentemente ai lavoratori. E’ necessario un lavoro paziente di costruzione, di radicamento, che però va iniziato oggi, cogliendo le potenzialità enormi della nuova fase di ascesa delle lotte che si è aperta in tutto il mondo.
Ed è necessario farlo costruendo un partito di militanti, qualcosa di molto diverso da quei partiti basati sull’adesione passiva o sulla mancata reale distinzione tra militanti e iscritti, basati sui numeri delle tessere, sulla sommatoria di programmi locali diversi e inconciliabili, basati sull’opportunismo nei sindacati, su leader-guru da salotto televisivo. No: serve un partito che si radichi tra le masse, che elevi la coscienza dei lavoratori attivi politicamente fino alla comprensione della necessità di abbattere questo sistema economico e sociale, che stia in ogni lotta e in ogni mobilitazione per svilupparla in una prospettiva rivoluzionaria.
Il Pdac è un partito in cui si discute democraticamente; in cui sono i militanti a definire la linea, a elaborare collettivamente gli strumenti di diffusione: il sito (tra i più visitati a sinistra), il giornale (uno dei pochi se non l’unico ad uscire costantemente, con ampio numero di pagine, con articoli e corrispondenze scritte da compagni realmente attivi nelle lotte e nella battaglia sindacale) e la rivista teorica. E’ un partito in cui i militanti si formano al marxismo nei seminari, sempre coniugando lo studio con la concreta attività nelle lotte. E’ un partito in cui i giovani (entrati numerosi nell’ultima fase soprattutto) dispongono di un loro ambito di elaborazione e di intervento (esiste un Dipartimento apposito e un tesseramento specifico,i Giovani del PdAC).
Il Pdac è soprattutto l’unico tra i partiti e le organizzazioni della sinistra a fare parte di una Internazionale viva e realmente presente in decine di Paesi nel mondo: la Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale, la più estesa e dinamica tra le organizzazioni che si richiamano al trotskismo, cioè al marxismo odierno.